mercoledì 17 dicembre 2014

Normale

Certe volte vorrei essere normale, con tutti i problemi delle persone normali.
Soffrire normalmente per qualcosa, riuscire ad essere soggettiva, lasciarmi trasportare dai sentimenti, deludermi, piangere per paura di qualcosa e non per i soliti terribili mostri che mi rubano i pensieri e mi tirano fuori le lacrime dagli occhi.
Invece sono intrappolata in un labirinto di oggettività, autocritica pressochè nulla e apatia, ma infondo a tutto vedo una luce ed una sagoma che mi tende una mano. Lui.
La stessa persona che mesi fa mi ha preso un braccio e non l'ha lasciato andare, che spero non mi permetterà di girare la schiena e andarmene per sempre e sparire in quell' immagine che tanto teme.
Sono innamorata ed è sempre con le emozioni profonde che la bestia dentro di me si assopisce per scatenarsi quando tutto sembra andare per il meglio, è inevitabile che io distrugga la calma attorno a me, odio la calma. Spero con tutta me stessa di non uccidere nessuno questa volta, ma so per certo che così non sarà e quando si scatenerà il mostro questa volta potrei anche cadere io stessa, non penso di avere più le forze per sopravvivermi.
Ho un pensiero fisso in testa, nascosto dietro all' immagine della sua bocca che scandisce le parole "TI AMO". Un pensiero irragionevole forse, ma che mi entra dentro e mi squarcia il cervello. Spero di non annoiarmi mai. Spero di resistere, con la forza di entrambi. Spero in un sacco di cose e non penso di aver mai sperato così tanto.
Questa volta ci credo. Credo perchè è assurdo.

7 commenti:

  1. Eh sarebbe bello essere normali.

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  2. come al solito arrivo tardi,lascerò questo commento come una foto sul muro di persone scomparse, 10 anni dopo l'apocalisse zombie. mi piace un sacco, spero di vedere ancora qualche pensiero prima o poi, per il momento leggo i riflessi passati

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  3. Essere normali in paragone a chi e a cosa??? Essere una minuta dei normali esige il coraggio di sottoscrivere e accettare un contratto tra te e tanta brava gente normale, come vuole essere definita, che ti dice: bella la vita! ( ben si intenda, se come la loro ). Come no, fintanto che il pianeta non lo annientano i normali, nel proposito dell'uccidersi tutti con il prossimo olocausto... Si inizia dall'anagrafe alla nascita, si finisce sempre là alla morte, questo e' normale. Ma il tuo contorcerti negli strazi dell'anormalità ti differenzia marcatamente da quei "normali", che solo nell'apparenza sembrano empatici, sinceri e sornionamente lieti di fregiarsi per i loro piccoli o grandi traguardi, giudicando e maltrattando l'atipico, nascondendo silenziosi il malessere nel soffocare se stessi, mentre tu ti incoraggi quotidianamente deglutendo pastiglie, alcol, droghe o pensieri di ogni sapore, partorendo mostri d'insoddisfazione, nel disagio di non sentirti connivente nel loro curioso progredire. Essi non pensano, ma parlano per abitudine, senza udirsi, muovendo le mani come automi nell'ubbidienza della loro tacita normalità. Ammazzare, lecito, perché sovrappopolare? Consumare, lecito, perché risparmiare? Dominare, lecito, perché liberare? Conquistare, lecito, perché lasciare? Divorare, lecito, perché frazionare? Violentare, lecito, perché amare? Emarginare, lecito, perché ascoltare? Comandare, lecito, perché non controllare? Disperdere, lecito, perché recuperare? Imbrogliare, lecito, perché non guadagnare? Sfruttare, lecito, non sono mica parenti o figli miei?...Obbedire, lecito, perché faticare?... Poi alla sera, nel rigurgito delle proprie coscienze, per aver tanto amato il prossimo, ardiscono a proferire una sentita preghiera al loro dio ( c'è ne sono per tutte le esigenze con tanto di manuali d'uso ) di grandi vittorie, ringraziando per il sangue quotidiano versato in onore della loro fedeltà e chiedendogli perdono per i disastri non riusciti bene. Ecco dunque la formula alchemica della prece, che rende disinfettata, casta e linda l'anima da quei "peccati" meglio dello iodoformio, pronti per un nuovo rotolarsi domani nel fuoco purificatore dell'imperare. (...)

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  4. (...)Ciò che si desidera, non è essere normali, ma divenire comuni, ordinari, l'appartenere a un oceano di lava alla stregua di un lapillo stemperato in essa. Tu dici: quanto brutta o brutto sono perché non vivo come una copia; quanto profondamente ferisco per il mio cattivo umore e per essere infedele nel timore dell'errore, ghettizzandomi nella ricerca di ogni umano piacere per dimenticarmi; quanto dolore mi cagiono nell'urlare il mio soffrire in una arena di sordi, nella speranza che qualcuno si accorga che anch'io ci sono; quanto sono incapace di amare sinceramente a causa del mio bisogno di unirmi con corpi diversi per riscaldarmi un istante senza successo dai brividi della solitudine; che fallimenti ho raccolto nell'aver seminato copiose lacrime e vani sudori nell'unità del mondo sovrano dei "normali" a cui tento morbosamente di appartenere e tenere il passo; quanto rimorso per aver tentato di tagliare e ritagliare le mie membra senza essere arrivata o arrivato allo scopo...Imitare è normale? Tu galleggerai sempre, non sprofonderai mai, ovviamente se non vorrai ostinarti a emulare i normali, perché il fondo di quel magma l'hai visitato, scandagliato e compreso, attraverso tante e lunghe giornate funeree trascorse nel profondo dei tuoi inferi. Ora sai chi sei, non sai chi sarai. Sei tornata o tornato in superficie perché lì proprio non ti sentivi capace di compartecipare al quel noioso fluire usuale che produce l'inutile lasciarsi trasportare. Depressione dopo depressione produrranno una pressione, o no?! Sai di essere fuoco per la tua passione, acqua per la tua fecondità, terra per la tua sostanza, vento per il tuo pellegrinare. Sai che sei vita originale. Ti aggregherai allora trasformata o trasformato, nella durezza di un elemento esordiente, precedentemente battuto, torso e risvolto nell'incudine di un fabbro di spasmi, abbracciandoti a tanti piccoli attolli che, come te, sono nati dall'eruzione esplosiva del tuo stesso voler rinascere irregolare, per formare un continente, una terra nuova, selvaggia, dove sorgeranno vite tra tante vite "anormali", generando fantasie mai pensate e condividendo annose pene meno penose, gradendo l'essenziale nella pace dell'invecchiare insieme, apprezzando la tua spontaneità, sorridendo alla tua debolezza e compatendo le tue infermità, senza quella complicata paura di chi esperisce il sussulto della morte per sentirsi normale, eludendo il vero senso della normalità: un po' di follia creativa. Abbi pazienza, troverai certamente quegli attolli a te somiglianti, senza desiderare ancora una volta di scavarti la carne per la rabbia di non essere...un fottuto normale!!! DIM.KI.

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  5. Io non vorrei mai tornare quel che ero. Ero debole, come tutti. Non vorrei mai tornare a soffrire come tutti una volta che ho imparato le lezioni, non voglio ripeterle da capo solo per sentire qualcosa. Il passato ci rende dei pazzi, ma a quanto pare essere pazzi vuol dire essere forti. Non vorrei mai essere una persona normale che ripudia le persone come me e come te. Io odio loro, non vorrei mai diventare una cosa che odio.
    Saluti ☆

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  6. Ci sono persone semplicemente diverse. Siamo fortunate o sfortunate, ad esserlo, ma siamo così, e nonostante tutto il mio odio verso me stessa perché commetto sempre gli stessi errori, perché provo sentimenti che non riesco a controllare, o a smorzare, mai vorrei essere come gli altri. Io sono così, vorrei solo trovare qualcuno che riesca a capirmi e ad accettarmi per come sono. Ma non è mai successo, e mai succederà.

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